5 agosto 2024


La partenza è dal Parcheggio dei Forni (2170m) di Santa Caterina Valfurva (SO) per raggiungere facilmente in un’ora e mezza il Rifugio Pizzini. Fin quasi da subito, in alto a destra, si può vedere la sagoma del Casati che, mentre si sale, continua a catturare l’attenzione. Quella è la meta!  

Dal Rifugio Pizzini (2706m) si prosegue seguendo la segnaletica circondati dalla bellezza del Gran Zebrù, del Pizzo Tresero e del Cevedale. Mentre si avanza ci si sente piccoli piccoli di fronte alla maestosità delle montagne. Superato il vallone e il torrente (si passa sopra un piccolo ponte di legno), inizia la salita. Prima si affrontano alcuni tornanti su un tracciato utilizzato dai mezzi di trasporto materiale, poi inizia il sentiero vero e proprio. La pendenza è elevata e le rocce che si scavalcano richiedono più di qualche attenzione. La fatica è ripagata dalla vista che offre il Ghiacciaio Cevedale proprio di fronte. Man mano che si procede nell’ascensione si incontrano diversi nevai da attraversare.   

Dopo circa un’ora e quaranta di cammino dal Pizzini si raggiunge quota 3269 e il rifugio Casati, il ricovero Guasti e il Ghiacciaio che porta alla vicina cima Cevedale. Dall’alto si ammira l’incredibile panorama sulla valle da cui siamo giunti.  

Il rifugio Casati è quello posizionato più in alto tra quelli del CAI di Milano e, per questo, regala emozioni come nessun altro. La temperatura è bassa anche nel bel mezzo dell’estate e la presenza del ghiacciaio a portata di mano fa sognare nuove avventure.   

Nel 2024 il rifugio Casati è chiuso. Ora che il ghiacciaio si è ritirato e il permafrost non è più compatto, il rifugio ha seri problemi di stabilità. Si dice che ci siano crepe di diversi centimetri e i serramenti non più in asse rendono complicati gli accessi. È qui in alto che si toccano con mano gli effetti del riscaldamento globale. Il progetto sul Casati sembra quello della completa demolizione della storica struttura e della sua ricostruzione un po’ più in alto, su terreno più solido.